La Sicilia, per la sua insularità, per la sua posizione geografica al centro del Mediterraneo, per la morfologia, la geologia e il clima, si ritrova oggi ad ospitare un rilevante patrimonio di ecosistemi, habitat e biodiversità. In particolare, il complesso e ricco sistema floristico e vegetazionale siciliano è il risultato di una serie di processi, prima geologici, poi antropici, che hanno portato gli aspetti più prettamente naturali a convivere con quelli semi-naturali e con quelli agricolo-rurali.

Sul territorio regionale sono presenti oggi 3252 taxa specifici e infraspecifici, nativi, avventizi e naturalizzati (Raimondo et al., 2010) suddivisi in 880 generi e 134 famiglie; di questi, ben 2736 taxa sono nativi (Bartolucci et al. 2018), e fra il 10 e il 15% è costituito da specie endemiche esclusive dell’isola (o delle sue isole satelliti).

Dunque, nonostante la forte antropizzazione e il degrado degli ecosistemi naturali, esemplificato dalla presenza sempre maggiore di specie alloctone invasive, la flora sicula si presenta ancora sorprendentemente ricca grazie alla varietà di ambienti presenti e alla grande eterogeneità geologica. 

Accanto alle formazioni boschive naturali presenti nelle varie fasce climatiche (leccete, sugherete, quercete, faggete), a volte impreziosite da presenze particolari come il tasso (Taxus baccata) sui Nebrodi o l’agrifoglio (Ilex aquifolium) su Nebrodi e Madonie, o da esemplari monumentali sparsi un po' dovunque sull’isola, esistono altre formazioni ricche di biodiversità e ugualmente importanti per il mantenimento di un ambiente in equilibrio: pensiamo alla macchia mediterranea, con specie quali lentisco (Pistacia lentiscus) e palma nana (Chamaerops humilis), ma anche alla gariga con i suoi cespugli bassi e profumati come il timo arbustivo (Thymbra capitata) o i cisti (Cistus sp. pl.), alle diverse tipologie di praterie e pascoli, alla vegetazione degli ambienti estremi quali le coste o le saline, alla vegetazione degli ambienti umidi quali corsi d’acqua, laghi, pantani costieri e stagni temporanei con il loro ricco contingente di specie acquatiche e igrofile, o alla vegetazione delle rupi così ricche di specie endemiche (si pensi ai generi Centaurea e Brassica). Per finire con la vegetazione di alta quota, con i pulvini spinosi degli astragali, sulle Madonie e ancor di più sull’Etna.

La flora Siciliana annovera come abbiamo detto numerose specie endemiche esclusive dell’isola, tra le più emblematiche e rappresentative ricordiamo: l’Abete delle Madonie (Abies nebrodensis), oggi rappresentato da soli trenta individui adulti in un’area molto ristretta, la Calendula marittima (Calendula maritima), limitata a poche aree intorno a Trapani, Hieracium lucidum, esclusivo di Monte Gallo presso Palermo, Petagnaea gussonei, non solo specie ma anche genere esclusivo dei Nebrodi, Limonium calcarae, specie esclusiva dei calanchi della Sicilia interna, il Citiso delle Eolie (Cytisus aeolicus), piccolo albero esclusivo delle Isole Eolie, l’Erica siciliana (Erica sicula), un elegante arbusto un tempo segnalato anche a Marettimo ed oggi presente solo a Monte Cofano, la Zelkova siciliana (Zelkova sicula), tra le ultime ad essere scoperta ed oggi nota solo per due piccole popolazioni nei Monti Iblei. Si tratta in genere di specie molto rare e seriamente minacciate di estinzione, per varie cause ma sempre riconducibili all’uomo, e ognuna di loro racconta di un tempo passato fatto di speciazione, evoluzione, e altri processi strettamente connessi alla biodiversità e alla vita sul nostro pianeta.