La Riserva Naturale Oasi del Simeto viene istituita nel 1984, letteralmente, con obiettivo primario di favorire ed incrementare le condizioni per la sosta e la nidificazione della fauna e il restauro della vegetazione psammoalofila e mediterranea.
Le zone umide presenti all’interno della RNO Oasi del Simeto svolgono un ruolo chiave come luogo di sosta, svernamento e nidificazione per migliaia di uccelli stanziali o migratori che attraversano il Mediterraneo. Elevato valore naturalistico viene svolto inoltre dalle aree dunali e retrodunali che assolvono a ulteriore funzione di mantenimento della biodiversità.
Il progetto “FAST” - Fight Alien Species Transborder-, Italy, Malta INTERREG V-A 2014-2020 call 2/2019 Obiettivo specifico 3.1, nel quale la Città Metropolitana di Catania, in qualità di Ente gestore della citata area protetta, è tra i partner attuatori, si propone di contrastare l’introduzione, la naturalizzazione e la diffusione delle specie aliene invasive che arrecano danno alla biodiversità degli ambienti naturali e seminaturali della Sicilia e dell’arcipelago Maltese.
Il progetto pone come obiettivo la salvaguardia della biodiversità, attraverso la rinaturalizzazione degli ambienti che sono stati modificati dalla più o meno accidentale introduzione di specie aliene.
A seguito di sopralluoghi e di attenta analisi con ricercatori dell'Università di Catania coinvolti nel progetto FAST e successivi confronti, si è ritenuto opportuno proporre, nell'ambito del progetto, il contenimento e/o la rimozione delle seguenti specie vegetali presenti lungo aree omogenee retrodunali e lungo aree di golena: Acacia saligna; Agave americana: Carpobrotus acinaciformis; Nicotiana glauca; Opuntia ficus indica; Pennisetum setaceum; Ricinus communis; Washingtonia filifera; Yucca spp. Ciò, previa redazione di apposito progetto sottoposto alla preventiva autorizzazione, tra l’altro, da parte della Sovrintendenza ai BB.AA.CC. e dell’Assessorato regionale Territorio Ambiente.
Generalmente si è provveduto all’eradicazione manuale, quando possibile, riducendo al minimo l’uso di mezzi meccanici e l’asportazione di materiale. Si sono attuate tecniche innovative quali la “solarizzazione” e il “pirodiserbo” al fine di devitalizzare i residui e poterne favorire la restituzione integrale al suolo con prezioso recupero di elementi nutritivi per il terreno e le altre unità biotiche. Le strutture arbustive legnose delle Acacie, dopo l’estirpazione, sono state lasciate in loco in maniera tale da svolgere anche un importante aiuto alla strutturazione dell’impalcato delle dune. Ove il residuo rimaneva comunque altamente “germinativo” come nel caso di Nicotiana, Agave e Ricino si è provveduto al conferimento esterno. Le attività svolte hanno tenuto in conto dei periodi fenologici utili alla minore disseminazione e della valutazione dei periodi di criticità legate principalmente al periodo di nidificazione di avifauna protetta.
Il progetto ha previsto, a completamento dei lavori di contenimento e/o eradicazione, la rinaturalizzazione dei luoghi attraverso la piantumazione di essenze endemiche tipiche dell’apparato dunale e retrodunale che per l’area del Simeto sono state individuate nel ginepro coccolone (Juniperus oxycedrus) e nelle Tamerici (Tamarix gallica e africana).
Il progetto proposto realizza l’azione ammissibile attraverso la completa eradicazione di tutte le specie invasive aliene presenti nelle aree indicate dal progetto per un’area pilota di circa 7.500 mq. Gli interventi proposti risultano coerenti con il programma Europeo 3.1.1 - Interventi di ripristino e valorizzazione delle aree della Rete Natura 2000.