Rinaturalizzazione di aree degradate nella Riserva Naturale Grotta di Santa Ninfa

La Riserva Naturale Grotta di Santa Ninfa tutela sia gli ambienti ipogei della Grotta sia un’ampia vallata, estesa circa 140 Ha, che costituisce parte del bacino di alimentazione della cavità. L’ingresso della cavità si apre in un versante gessoso di rilevante valore geologico e naturalistico, che per ubicazione e per l’elevata visibilità costituisce il «biglietto da visita» dell’area protetta, ma che purtroppo al momento dell’affidamento della gestione a Legambiente Sicilia versava in stato di abbandono e degrado ambientale a causa dei ripetuti e corposi sversamenti di rifiuti inerti e pietrame.

L’ente gestore Legambiente Sicilia ha subito avviato alcuni primi immediati interventi per la riqualificazione di una porzione dell’area (affitto delle particelle sovrastanti la cavità, rimozione dei rifiuti, piantagione di specie della macchia mediterranea, realizzazione del sentiero di accesso alla Grotta, collocazione di un capanno in legno a servizio delle attività di manutenzione e di fruizione) e al contempo ha provveduto alla redazione di un articolato progetto di recupero ambientale e rinaturalizzazione, in collaborazione con l’Azienda Regionale Foreste Demaniali – Ufficio di Trapani, che è stato finanziato nell’ambito del POR Sicilia 2000-2006 e che prevedeva:

          • l’acquisizione dell’intera area (estesa circa 4,5 Ha) al Demanio Regionale Territorio e Ambiente;
          • la bonifica del versante roccioso dai rifiuti inerti;
          • la recinzione dell’area, al fine di ridurre gli impatti di natura antropica, e la realizzazione di interventi di ingegneria naturalistica per ridurre i fenomeni erosivi e per creare delle “colline verdi” con funzione di quinta di separazione dall’adiacente strada statale;
          • l’aumento della biodiversità floristica e faunistica attraverso la tutela degli habitat naturali ancora presenti sul versante (gariga a timo arbustivo, prateria ad ampelodesma) ed il ripristino dell’habitat “macchia mediterranea” scomparso nell’area a seguito delle passate attività antropiche;
          • la creazione sul pianoro sommitale di un'area verde tematica fruibile con percorsi accessibili, tabelle informative e divulgative, punti di sosta, collina degli odori.
          • In particolare sul pianoro sommitale, in funzione dei precedenti studi effettuati sulla vegetazione potenziale, è stato ripristinato l’habitat di macchia mediterranea misto a due piccoli lembi di bosco misto mediterraneo e di arboreto agricolo, mettendo a dimora circa 2000 specie arbustive (tra lentisco, alaterno, fillirea, palma nana, mirto, ginestra di Spagna, camedrio femmina, biancospino, rosa canina, palma nana, terebinto, alloro, ecc.) e 75 specie arboree (tra olivastro, leccio, carrubo, olmo minore, roverella, orniello), e garantendo particolari attenzioni e cure sia nella messa a dimora che nelle fasi successive.

I lavori sono terminati nel 2009, e già nel 2011 l’assetto generale dell’area si mostrava profondamente modificato in senso positivo, con un forte successo delle azioni di rinaturalizzazione. La scelta delle specie piantate ha garantito sia una elevata velocità di insediamento sia una notevole resilienza, in modo particolare nei confronti degli incendi che si sono verificati nell’area. Inoltre il ripristino degli habitat e la diversificazione delle specie piantate ha avuto positivi effetti anche sul suolo, ha permesso l’insediamento di nuove specie floristiche e la colonizzazione e l’uso dell’area da parte di numerose specie faunistiche prima assenti (riccio europeo, istrice, diverse specie di avifauna legate alla macchia mediterranea, diverse specie di insetti).

L’intervento attuato si configura come un’azione simbolica non solo sul piano ambientale ma anche sul piano “culturale”, per lanciare un messaggio chiaro e convincente sulla possibilità di invertire la rotta in senso positivo, passando dal degrado ad una maggiore naturalità.

                                                                

Stato del versante gessoso e del pianoro sommitale al momento dell’istituzione della Riserva Naturale

 

                                                                  

Interventi di bonifica dai rifiuti, effettuati con particolare attenzione alla tutela degli affioramenti gessosi

 

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Interventi di messa a dimora delle specie arboree ed arbustive sul pianoro sommitale

 

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Il pianoro sommitale dopo 10 anni dagli interventi