Foto concesse dall'Ente Gestore

Parco Fluviale dell’Alcantara

Tipologia:

Parco Naturale Regionale

Superficie:

1927,00 Ha

Comuni:

Francavilla di Sicilia (ME), Gaggi (ME), Giardini Naxos (ME), Graniti (ME), Malvagna (ME), Mojo Alcantara (ME), Motta Camastra (ME) , Roccella Valdemone (ME) , Taormina (ME), Calatabiano (CT), Castiglione di Sicilia (CT), Randazzo (CT)

Decreto istitutivo:

D.A. n. 329 e in attuazione dell’art. 129 della L.R. 03/05/2001 n. 6.

Ente Gestore:

Ente Regionale Parco Fluviale dell’Alcantara

Sito web:

www.parcoalcantara.it

Sito Natura 2000

ZSC Riserva naturale del Fiume Alcantara; ZSC Contrada Sorbera e Contrada Gibiotti;

 Geosito    www.geositidisicilia.it/07_gole_alcantara.html

 

Il Parco Fluviale dell’Alcantara è stato istituito nel 2001 a protezione e salvaguardia dell’ecosistema fluviale, dell’ambiente naturale e del paesaggio alcantarino. Il bacino idrografico del Fiume Alcantara ha una superfice di circa 573 km² e si stende tra il massiccio dell’Etna a sud e le propaggini meridionali dei Nebrodi e dei Peloritani, grosso modo lungo il confine tra le province di Messina e Catania.  L’asta fluviale ha origine tra i monti Peloritani ed i monti Nebrodi e le acque del fiume raggiungono il mar Jonio dopo circa 50 Km. L'intera vallata conserva un ambiente naturale integro e diversificato, la zona della foce ospita numerose specie animali, soprattutto uccelli. Dalla sorgente alla foce, ricca la vegetazione, che muta secondo i diversi tratti del fiume, facendoci scorgere ambienti fluviali, formazioni vegetali mesoxerofile e colture agrarie. Numerose anche le specie acquatiche. L’alveo dell’Alcantara fu interessato in epoca preistorica da colate laviche che a più riprese ne ostruirono o modificarono il corso. In corrispondenza delle formazioni basaltiche il fiume ha creato nel corso dei millenni un paesaggio geologico assolutamente unico, dando vita a caratteristiche profonde forre, frutto dell’erosione, che presentano strutture colonnari “a canna d’organo” o leggermente arcuate “ad arpa” e “a ventaglio” o disposte orizzontalmente “a catasta di legna” oppure caoticamente fratturate. Tra queste formazioni le più famose e spettacolari sono quelle delle Gole di Larderia più note semplicemente come “Gole dell’Alcantara”. Il territorio considerato non presenta lineamenti paesaggistici di accentuata uniformità anche in relazione alle molteplici e complesse interazioni instauratesi nel tempo fra componenti biotiche ed abiotiche ed intervento antropico. Fra l’altro il fiume ha costituito un elemento di separazione fra le aree in destra e in sinistra dell’alveo. Allo stato attuale sulla base della natura e delle caratteristiche delle componenti alla base delle espressioni percettive del paesaggio, il territorio può essere in prima istanza ricondotto a tre ambiti che si identificano nella catena dei monti Nebrodi; catena dei monti Peloritani; Area del cono vulcanico etneo; Il tratto montano del territorio, in cui ricadono Pizzo Leo (m 1.365), M.te Croce Mancina (m 1.341), Pizzo Petrolo (m 1.337), Pizzo Palo (m 1.324) e M.te Castellazzo (m 1311), costituisce un massiccio montuoso, considerato come appartenente ai Peloritani occidentali, con una morfologia dei versanti modellata dai numerosi corsi d’acqua, a regime prevalentemente torrentizio. Lungo il fiume il paesaggio vegetale è caratterizzato da differenti fitocenosi che dipendono da diversi fattori ecologici come la morfologia del bacino idrografico della vallata, la diversa ampiezza dell’alveo e le oscillazioni nel deflusso stagionale delle acque.  Laddove il fiume tende ad assumere la fisionomia di fiumara con ampi greti ciottolosi, si insedia una vegetazione glareicola, sostituita da densi cespuglieti a oleandro sui terrazzi alluvionali, più sollevati rispetto al resto del letto. Oggi il fertile fondovalle è occupato da colture agrarie, mentre l’ambiente ripariale è caratterizzato da macchia mediterranea con essenze spontanee (orchidee, anemoni, cisti, viole e papaveri), arbusti di oleandro, salice bianco, olmi, ontani, betulle, pioppi, nonché fichidindia selvatici. Per quanto riguarda le colture, la media valle è interessata da noccioleti e oliveti, mentre verso le pendici dell’Etna si estendono i vigneti (il territorio di Castiglione di Sicilia è quello maggiormente caratterizzato dalla produzione di vino e nocciole); la bassa valle è ampiamente caratterizzata dalla presenza di agrumeti (limoni e aranci). Il bacino dell’Alcantara rappresenta un ampio territorio caratterizzato da una grande varietà di habitat alla quale fa riscontro una ricca fauna, in buona parte ancora da scoprire. In pianura, collina e boschi con vegetazione bassa è possibile riscontrare il riccio europeo, mentre su rive di laghetti, ruscelli con sottobosco in zone pietrose, boschi (in particolare le sugherete) e radure umide vive il Mustiolo. Tra i mammiferi si segnala anche la presenza di istrice, ghiro, moscardino ecc.  Con 174 specie gli uccelli sono il gruppo animale meglio rappresentato nell’intera valle. In grossi alberi cavi, nelle rocce ricche di anfratti, grotte, miniere, manufatti abbandonati ecc. ospitano rappresentanti della famiglia dei chirotteri.