Parco dell'Etna
Tipologia: |
Parco Naturale Regionale |
Superficie: |
59.000 Ha |
Comuni: |
Adrano (CT), Belpasso (CT), Biancavilla (CT), Bronte (CT), Castiglione di Sicilia (CT), Giarre (CT), Linguaglossa (CT), Maletto (CT), Mascali (CT), Milo (CT), Nicolosi (CT), Pedara (CT), Piedimonte Etneo (CT), Ragalna (CT), Randazzo (CT), Sant'Alfio (CT), Santa Maria di Licodia (CT), Trecastagni (CT), Viagrande (CT), Zafferana Etnea (CT). |
Decreto istitutivo: |
Decreto del Presidente della Regione n. 37 del 17/03/1987 |
Ente Gestore: |
Ente Regionale Parco dell’Etna |
Sito web: |
|
Sito Natura 2000 |
ZSC Bosco di Milo; ZSC Dammusi; ZSC Fascia altomontana dell'Etna; ZSC Lago Gurrida e Sciare di S. Venera; ZSC Monte Arso; ZSC Monte Baracca, Contrada Giarrita; ZSC Monte Minardo; ZSC Pineta di Adrano e Biancavilla; ZSC Pineta di Linguaglossa; ZSC e ZPS Canalone del Tripodo; ZSC e ZPS Piano dei Grilli; ZSC e ZPS Sciare di Roccazzo della Bandiera; ZSC e ZPS Valle del Bove. |
Sito unesco |
www.unescoparcoetna.it |
Il Parco dell’Etna, il primo ad essere istituito tra i Parchi siciliani con il Decreto del Presidente della Regione del 17 marzo del 1987, è vasto 59000 ettari ed ha il compito primario di proteggere un ambiente naturale unico e lo straordinario paesaggio che circonda il vulcano attivo più alto d’Europa. Il territorio del Parco dell'Etna è dominato dal complesso sistema vulcanico del Monte Etna, che si estende con un perimetro di circa 250 km ed un’altezza di circa 3350m s.l.m. ed occupa un’area del settore orientale della Sicilia, su una superficie di circa 1500 km². Esso costituisce un’unità territoriale del tutto tipica e differenziata dagli ambienti circostanti sia per condizioni geografiche e climatiche, che per condizioni morfologiche e geologiche. Il Monte Etna è infatti un rilievo isolato, delimitato a Nord dalla Valle del Fiume Alcantara, ad Ovest dal Fiume Simeto, a Sud dalla Piana di Catania e ad est dalla costa Ionica. Il territorio del comprensorio si può suddividere in modo schematico in tre fasce principali situate a quote differenti in funzione delle caratteristiche morfologiche e climatiche: fascia pedemontana, detta anche delle “sorgive”: si estende dal livello del mare fino a quota 600 m caratterizzata da pendii abbastanza dolci, la cui continuità è localmente interrotta da marcati gradini morfologici, denominati "timpe", ricollegabili all'attività tettonica recente dell'area etnea che superano i 200 m di rigetto e raggiungono qualche km di lunghezza, e da alcuni coni avventizi, testimonianza di episodi piroclastico-effusivi recenti; zona boschiva: si estende da quota 600 m a quota 1900-2000 m con pendii irregolari; regione desertica: comprende le quote più elevate fino alla sommità del vulcano ed è caratterizzata da pendii piuttosto ripidi che culminano in maniera concentrica nel cratere centrale ed in quello NE. Una larga parte del settore sud-orientale del complesso vulcanico etneo, è costituito dalla Valle del Bove, elemento morfologico significativo la cui origine è legata, almeno in parte, a successivi collassi calderici. Il margine dell’area etnea è per lunghi tratti delimitato da ampie valli fluviali (Simeto ed Alcantara) che raccolgono le acque sotterranee dei bacini idrogeologici etnei. La vegetazione forestale sulle pendici dell’Etna varia in relazione all’altitudine ed all’esposizione. Nello specifico, la fascia meridionale è caratterizzata da una macchia termofila di euforbia arborea che viene sostituita, nelle aree collinari, da boschi decidui dominanti dalla quercia castagnara e dall’olivastro. Nella fascia submontana i boschi a quercia del sud o leccio della Virginia, vengono sostituiti da formazioni a roverella dell’Etna. Si tratta di boschi mesofili di tipo acidofilo in cui sono presenti, nello strato arboreo, anche altre essenze forestali fra cui il leccio e il Frassino. All’interno di questa fascia, in condizioni ambientali più miti, come nei versanti più freschi ed umidi e lungo i canaloni, si rinvengono aspetti forestali caratterizzati da carpino nero, acero ottuso e faggio, quasi sempre frammisti ad individui di quercia congesta e leccio. Mentre nel versante orientale su suoli ben umidificati sono presenti cerrete a cui normalmente si associano individui isolati di altre quercie caducifoglie. Va ricordata, inoltre, la presenza di leccete mesofile caratterizzate da substrati più rocciosi con suoli poco profondi. In questi ambienti, il leccio rappresenta l’elemento dominante a cui si accompagnano altre specie di quercia e l’orniello. Nella fascia montana del parco dell’Etna a quote superiori a 1400 m si rinvengono delle faggete caratterizzate, talora, da individui con portamento arbustivo. Le condizioni inospitali e il clima rigoroso ha portato alla formazione di nuove entità di specie endemiche soggette a rigorosa protezione, come ad esempio la camomilla dell’Etna, il senecione dell’Etna, la romice dell’Etna, viola dell’Etna, astragalo dell’Etna, la betulla dell’Etna. Sul vulcano vivono ancora l'istrice, la volpe, il gatto selvatico, la Martora, il coniglio, la lepre e, fra gli animali più piccoli, la donnola, il riccio, il ghiro, il quercino e varie specie di topi e pipistrelli. Moltissimi sono gli uccelli ed in particolare i rapaci che testimoniano dell'esistenza di ampi spazi incontaminati: tra i rapaci diurni troviamo lo sparviero, la poiana, il gheppio, il falco pellegrino e l'aquila reale; tra i notturni il barbagianni, l'assiolo, le allocco, il gufo comune. Aironi, anatre ed altri uccelli acquatici si possono osservare nel lago Gurrida, unica distesa d'acqua dell'area montana etnea. Nelle zone boscose è possibile intravedere la ghiandaia, il colombo selvatico e la coturnice che si mischiano ad una miriade di uccelli canori quali le silvie, le cince, il cuculo e tanti altri. Il valore internazionale del territorio del sito Monte Etna si è arricchito del riconoscimento UNESCO tramite l’inserimento dello stesso nella Lista del Patrimonio mondiale come "Sito Naturale".