Grotta di Carburangeli
Ubicazione |
Carini (PA) |
Tipo di interesse scientifico | Paleontologico |
Grado di interesse scientifico | Nazionale |
Categoria | Puntuale |
La grotta di Carburangeli, che si apre ad una quota di circa 22 m s.l.m. nella piana di Carini (PA) e si sviluppa nel sottosuolo per circa 400 metri con un andamento orizzontale, è stata inclusa tra i Geositi per gli importanti reperti paleontologici in essa conservati. Durante le campagne di scavo eseguite all’interno della grotta a partire dalla metà del 1800, sono stati infatti rinvenuti numerosi resti fossili appartenenti a specie animali non più presenti in Sicilia come l’elefante, l’orso, la iena, il bisonte ed il cervo. Si tratta di specie arrivate fin qui dall’Africa e dalla penisola italica attraverso alcuni passaggi naturali (detti “ponti”), che si sono formati in seguito all’abbassamento del livello del mare durante le glaciazioni quaternarie. All’interruzione di questi collegamenti, gli animali rimasti isolati in Sicilia si sono adattati alle condizioni ecologiche locali evolvendosi in nuove specie: alcuni, come gli elefanti, i bisonti ed i cervi, sono stati caratterizzati dalla diminuzione della taglia; altri, al contrario, si sono differenziati per l’aumento delle dimensioni, come i ghiri e le tartarughe. I reperti provenienti dal geosito Grotta di Carburangeli sono oggi conservati presso il Museo Geologico G. G. Gemmellaro di Palermo. Sulla base della geologia e degli aspetti topografici e morfologici della cavità, nonché delle morfosculture presenti al suo interno (megascallops, nicchie, pilastri e ponti in roccia, ecc.), è stata ipotizzata per la grotta di Carburangeli un’origine marina legata ai fenomeni di dissoluzione da miscela di acqua dolce e salata (secondo il modello delle flank margin cave).